Fotopletismografia e biofeedback respiratorio

Fotopletismografia e Biofeedback

Fotopletismografia e biofeedback
Fotopletismografia e biofeedback

Il biofeedback  respiratorio è delle possibili applicazioni per la terapia tramite l’ interazione tra paziente e una strumentazione per la fotopletismografia. La fotopletismografia avviene tramite una strumentazione, che evidenzia al paziente una variabile della sua fisiologia a controllo sottocorticale e automatico, La relazione tra strumentazione e paziente è tale da indurre nel paziente un controllo del suo comportamento.

La fotopletismografia basa sulla diffusione dei raggi infrarossi nei tessuti, per misurare l’irrorazione sanguinea.  La fotopletismografia si esegue mediante l’uso di un rilevatore periferico, da posizionare sui polpastrelli delle dita delle mani o dei piedi, che include una fotocellula e una sorgente luminosa. La fotocellula viene colpita da stimoli riflessi in rapporto al grado di vascolarizzazione del sistema esaminato, evidenziando un dato che verrà rapportato al funzionamento del sistema nervoso autonomo del paziente.  La fotopletismografia oltre che nel biofeedback respiratorio  è utilizzata per esaminare diverse malattie  e in particolare quelle che si ripercuotono sulla circolazione periferica o che dipendono dall’ equilibrio neurovegetativo.

La maggior parte delle variabili della vita biologica sono gestite dal sistema nervoso centrale sottocorticale che elabora automaticamente un comportamento adattativo. I sistemi di terapia che basano su processi di retroazione ciclica tra paziente e variabili automatiche sono in grado di indurre una gestione diversa o più vantaggiosa delle stesse.  Il biofeedback respiratorio tramite fotopletismografia permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco.  La relazione coerente tra queste due variabili della vita, induce una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, tale da attivare un miglioramento in tutte la malattie che ne dipendono.  Il paziente è connesso ad un strumentazione per la fotopletismografia in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo che dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, elabora un ritmo respiratorio che il paziente è  chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito. Il paziente  connesso all’apparecchiatura è  invitato a seguire il ritmo respiratorio indicato per un arco temporale variabile, mentre si misura sempre tramite fotopletismografia la risposta adattativa alla terapia di biofeedback somministrata.  Generalmente la tecnica è ben assimilata dal paziente in due o tre sedute al massimo. Il paziente attiva la sua risposta vagale ottenendone un effetto antinfiammatorio  utile nella gestione dei processi infiammatori cronici o CID’S Chronic Inflammatory Disease’s. Altrettanto significativo è nel biofeedback respiratorio  sotto controllo con fotopletismografia l’induzione di uno stato piacevole di relax utile nella gestione delle malattie stress correlate.

Il biofeedback respiratorio tramite fotopletismografia permette al paziente di portare a coscienza regolazioni biologiche di cui il paziente non è normalmente consapevole e che possono tramite l’apparecchiatura essere poste a controllo volontario. Il biofeedback respiratorio si somministra in cicli di trattamento la cui frequenza e estensione dipende dalle patologie trattate. Le sedute di trattamento  risultano gradevoli ai pazienti. Il biofeedback respiratorio sotto controllo con fotopletismografia è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback  sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e con un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Le interazioni con lo stile di vita, la nutrizione e soprattutto con altra forma di terapia come quella farmacologica è oggetto di valutazione preliminare al trattamento.  L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore.  Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.

Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma

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