Vaginismo e biofeedback

Vaginismo e biofeedback

Vaginismo e biofeedback
Vaginismo e biofeedback

Il biofeedback è utile nel trattamento delle forme di vaginismo che dipendono da una sindrome adattativa a stress.  ll biofeedback  è una metodica che si basa su una strumentazione che retroaziona al paziente una variabile fisiologica sotto controllo del sistema nervoso sottocorticale  e pertanto automatica. Il biofeedback  può ridurre gli effetti  dello stress patito.

 Il vaginismo è una sofferenza fisica e emozionale della vita sessuale. Il vaginismo si manifesta come una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva, dell’orifizio vaginale tale da impedire la penetrazione  durante i rapporti. Questa contrazione può essere avvenire talvolta anche durante l’esame ginecologico. La sofferenza causata dal vaginismo dipende dal  impossibilità di una vita sessuale serena e appagante.

Il vaginismo è un riflesso e  pertanto non dipende dalla coscienza. L’improvviso irrigidimento dei muscoli vaginali rende  in alcuni casi impossibile la penetrazione sessuale  in altri casi la penetrazione è possibile solo con dolore. La dispareunia  e la rinuncia alla sessualità sono spesso la conseguenza. Il conflitto biologico sottostante  impedisce la sessualità  penetrativa con le conseguenti reazioni di ansia. Altre volte il conflitto biologico che causa il vaginismo è conscio e conosciuto, ma la paziente ignora come risolverlo. Il tentativi di spiegazione soggettiva del vaginismo arrivano alla convinzione irrazionale di avere una vagina troppo piccola per poter affrontare un rapporto sessuale. La maggior parte delle donne che soffrono di vaginismo presentano intatta la propria eccitazione sessuale e possono raggiungere l’orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride o il petting. Il vaginismo non comporta complicazioni rilevanti a livello fisico, a meno che la persona che ne soffre non stia cercando con insistenza di avere un rapporto sessuale completo. Certamente la condizione causa invece sofferenza  significativa dal punto di vista emotivo e relazionale soprattutto se si vive una relazione di coppia incentrata sull’idea che  il sesso penetrativo sia indispensabile.

Tra i diversi fattori che possono contribuire all’origine del vaginismo  si osservano conflitti legati alla prima esperienza sessuale  e/ a  sessualità  caratterizzata da una forma di interdizione o violenza. In alcuni casi tuttavia  si osserva vaginismo in più generazione e richiedono un indagine complessa per comprendere i meccanismo e significato. Tra i fattori che possono contribuire al vaginismo  è determinante la associazione infausta di colpa e la sessualità osservabile purtroppo in molti ambienti anche acculturati. Il trattamento convenzionale del vaginismo è la terapia psicologia e sessuologica. In presenza di un rapporto di coppia stabile è spesso importante il coinvolgimento del partner in alcune fasi della terapia. Meno consigliabile anche se praticata è la terapia farmacologica. Il successo del trattamento dipendo molto dalla corretta diagnosi, tesa sopratutto ad escludere sopratutto l’interferenza di malattie fisiche.

Il biofeedback è uno strumento utile nel trattamento nelle forme di vaginismo connesse a stress. A tal scopo si utilizzano favorevolmente sia il biofeedback del segnale elettrodermico, sia il biofeedback respiratorio.  Il biofeedback  del segnale elettrodermico emula per il paziente il potenziale di membrana correttto, interagendo in tal modo con il sistema neurovegetativo e  con  l’asse HPA.  Le variazioni del potenziale di membrana negli spettri di frequenza più elevati è sono infatti da riferire al sistema neurovegetativo e dell’asse HPA.  Il biofeedback del segnale elettrodermico emula, l’assenza di processi infiammatori, al fine di abbassare la risposta dell’asse HPA e, conseguentemente, il rilascio di glucocorticoidi. Questi ormoni non sono però implicati solo nell’ infiammazione cronica, ma anche nelle malattie stress correlate.

Il biofeedback respiratorio si basa sulla retroazione al paziente di un ritmo respiratorio sincronizzato al ritmo del battito cardiaco.   Il biofeedback respiratorio permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco vantaggiosa alla vagotonia, condizione essenziale all’espressione di  uno stato di relax.  La relazione coerente tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco, induce una interferenza terapeutica sul sistema nervoso autonomo parasimpatico.  Il paziente è connesso ad un fotopletismografo in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo che dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, elabora un ritmo respiratorio che il paziente è  chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito.

Il biofeedback del segnale elettrodermico e il biofeedback respiratorio si somministrano in cicli di trattamento. La terapia è generalmente gradita dai pazienti, perché comporta un piacevole rilassamento.  Per migliorare la risposta in terapia si associa al trattamento valutazione della nutrizione e si consiglia di bere il turn over idrico giornaliero dopo verifica tramite l’analisi di composizione corporea. Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e un preciso protocollo di inclusione nella terapia.  Anche le interazioni con altre forme di terapia, e le controindicazioni sono oggetto di valutazioni preliminari al trattamento che avvengono tramite visita e eventuali accertamenti.  L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore.  Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.

Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback  a Roma

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