Serrare i denti e biofeedback

Serrare i denti e biofeedback

Serrare i denti e biofeedback
Serrare i denti e biofeedback

Per il  serrare dei denti  stress correlato è utile il  biofeedback come terapia della risposta adattativa ad un sovraccarico emozionale.  Nel biofeedback il paziente è connesso ad una apparecchiatura che retroaziona una variabile  prelevata dal paziente.  Il biofeedback  è una cura naturale priva di effetti indesiderati, che in una terapia integrata contribuisce a ridurre o evitare terapia maggiormente invasiva.

ll serrare i denti è una contrazione involontaria della muscolatura masticatoria,  che avviene soprattutto durante il riposo notturno. Una fase di serrare i denti dura alcuni secondi, si ripete più volte durante la notte ed è accompagnata da un caratteristico rumore. Il serrare i denti è abbastanza diffuso, ma generalmente non viene avvertito dalla persona interessata. Il rumore causato dallo sfregamento dei denti, invece, può disturbare il sonno di coloro che dormono accanto al paziente.  Le cause  del serrare i denti sono ancora oggetto di studio , ma si sono osservati i seguenti fattori predisponenti:

  • stress
  • aggressività
  • parassitosi intestinale
  • predisposizione familiare
  • malformazioni mandibolari
  • problemi d’occlusione dentari
  • stati psicopatologici alterati
  • malattie neurologiche

Il serrare i denti  tende ad essere trascurato in terapia nell’erronea aspettativa che si tratti di un fatto passeggero e privo di complicazioni. Al contrario di il serrare i denti comporta  per il paziente una serie di conseguenze che determinano con il tempo il suo ingresso in un percorso di terapia:

  • dolore alle mascelle
  • danni alla superficie masticatoria dei denti
  • sensibilità dei denti e gengive
  • insorgenza di carie
  • problemi alla articolazione tempormandibolare
  • problemi alla colonna cervicale
  • cefalea
  • emicrania
  • problemi di postura
  • astenia
  • deficit cognitivo e mnemonico

La terapia convenzionale del serrare i denti si basa essenzialmente sui dispositivi, detti bite, che possono essere duri o morbidi a seconda delle necessità, che proteggono di notte i denti dall’erosione, ma non evitano l’avverarsi del fenomeno.  Troppo spesso sono l’unico presidio della terapia.  Tutti i pazienti affetti da serrare i denti dovrebbero invece essere incoraggiati a modificare lo stile di vita e ad ad utilizzare sistema di cura naturali oltre che a ricorrere al bite. Questo utile presidio di terapia protegge infatti i denti, ma nulla  o poco può contro le citate complicanze del serrare i denti.

Il biofeedback è uno strumento utile nel trattamento delle forme di serrare i denti connesse a stress, ovvero la maggior parte dei casi. A tal scopo si utilizzano favorevolmente sia il biofeedback del segnale elettrodermico, sia il biofeedback respiratorio.  Il biofeedback  del segnale elettrodermico emula per il paziente il potenziale di membrana correttto, interagendo in tal modo con il sistema neurovegetativo e  con  l’asse HPA.  Le variazioni del potenziale di membrana negli spettri di frequenza più elevati è sono infatti da riferire al sistema neurovegetativo e dell’asse HPA.  Il biofeedback del segnale elettrodermico emula, l’assenza di processi infiammatori, al fine di abbassare la risposta dell’asse HPA e, conseguentemente, il rilascio di glucocorticoidi. Questi ormoni non sono però implicati solo nell’ infiammazione cronica, ma anche nelle malattie stress correlate.

Il biofeedback respiratorio si basa sulla retroazione al paziente di un ritmo respiratorio sincronizzato al ritmo del battito cardiaco.   Il biofeedback respiratorio permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco vantaggiosa alla vagotonia, condizione essenziale all’espressione di  uno stato di relax.  La relazione coerente tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco, induce una interferenza terapeutica sul sistema nervoso autonomo parasimpatico.  Il paziente è connesso ad un fotopletismografo in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo che dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, elabora un ritmo respiratorio che il paziente è  chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito.

Il biofeedback del segnale elettrodermico e il biofeedback respiratorio si somministrano in cicli di trattamento. La terapia è generalmente gradita dai pazienti, perché comporta un piacevole rilassamento.  Per migliorare la risposta in terapia si associa al trattamento valutazione della nutrizione e si consiglia di bere il turn over idrico giornaliero dopo verifica tramite l’analisi di composizione corporea. Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e un preciso protocollo di inclusione nella terapia.  Anche le interazioni con altre forme di terapia, e le controindicazioni sono oggetto di valutazioni preliminari al trattamento che avvengono tramite visita e eventuali accertamenti.  L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore.  Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.

Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback  a Roma

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